Pistis Sophia, o Libro del Salvatore, e'
un testo scritto in lingua copta che da piu' parti si tende a farlo
risalire alla seconda meta' del III secolo. Il manoscritto appare
per la prima volta a Londra nel 1772 e viene acquistato dal bibliofilo
A. Askew, per questo e' conosciuto anche come Codex Askewianus.
Il Pistis Sophia ando' perduto con l'estinguersi dello gnosticismo
a causa delle crociate che la chiesa cattolica mosse verso questa
forma di eresia: qualcosa in contrapposizione alla Chiesa, che metteva
ne in discussione il "potere", la credibilita' e avrebbe messo in
luce la falsita' del presunto mandato di "Pietro", mai realmente
avvenuto.
Quella proposta qui e' un'interpretazione del tutto personale, non
suffragata da nessuna tesi esistente in precedenza o fonte terza,
un'interpretazione priva di qualsiasi fondamento scientifico o archeologico
accettato. Si tratta di un tentativo puramente "crestomantico" che
viene da una "volonta'" diretta autonomamente e dipendente dalla
mia personale esperienza vissuta di questo vangelo e per questa
ragione e' anche allo stesso tempo un'opera unica nel suo genere.
Un "sentire" che muove i suoi primi passi in autonomia e discostandosi
da qualsiasi istituzione o credo religioso o filosofia accreditata.